        Rory Skinner&rsquo;s Moto2 adventure with the American Racing team did not exactly go to plan, the Brit struggling to adapt to the intermediate class and finding himself without a ride after just one season. But 2024 brings another opportunity for the talented Scottish rider, who will return to British Superbike and race a BMW M 1000 RR fielded by team TAS Racing. And Skinner does not hide the fact that he is in it to win it. The team headed up by Philip Neill will celebrate 25 years of racing this year and will flaunt a brand-new livery courtesy of new main sponsor, Cheshire Mouldings, but that&rsquo;s not all. The team will also compete in the Superstock 1000 class and in the main road races with a rider of the caliber of Davey Todd, Stock champion in 2022 and a star turn in both the North West 200 and the Tourist Trophy. Shenton to continue as Skinner&rsquo;s crew chief &ldquo;I can&rsquo;t wait to start working with the Cheshire Mouldings TAS Racing team, also because Philip Neill has given me a great squad&rdquo;, comments an enthusiastic Skinner. &ldquo;I&rsquo;m pleased to be able to count on Stuart Shenton as crew chief too; he was me in Moto2. Seeing the bike for myself, with its official new colours, makes me realise just how close the new season is now. It&rsquo;s going to be a fantastic year and I&rsquo;m pleased to be back racing in front of the British crowds&rdquo;.       

Following a stint in Moto2, the Scot will return to the British series and aim for the title. The team confirms Davey Todd for the road races and Superstock

Rory Skinner returns to BSB: the team TAS Racing BMW awaits

        Sfrutter&agrave; la chance one shot Fabio Di Giannantonio, entrando nel team Repsol HRC, oggi meno gettotato rispetto al passato, comunque formazione pi&ugrave; vincente di tutto il paddock MotoGP? Qualora beneficiasse del solo anno concesso dalla Casa di Tokio in seno al team Factory, il romano sarebbe il secondo capitolino a figurare per l&rsquo;Ala dorata nelle vesti ufficiali, dopo il compaesano Max Biaggi. Cinque italiani in Honda, se Diggia firma... Nel computo della storia iridata tra classe 500 due tempi e MotoGP quattro tempi, gli italiani salirebbero a cinque unit&agrave;, con Marco Lucchinelli che cominci&ograve; la striscia nel 1982, portandosi appresso il numero 1 conquistato con la Suzuki. Doppia stagione coi colori del Marchio per lo spezzino, entrambe cos&igrave; cos&igrave;: la superiorit&agrave; del compagno di squadra Freddie Spencer fu manifesta e palese da parte di &ldquo;Lucky&rdquo;, personaggio extra settore esibitosi al Festival di San Remo in versione canora.  Pi&ugrave; tardi, tocc&ograve; tra il 2000 e il 2003 a Valentino Rossi, titolato mezzo litro nel 2001, due volte campione sulla RC211 V nel 2002 e l&rsquo;anno successivo. Precedentemente impiegato in Aprilia e detentore di allori 125 e 250, il genio di Tavullia desiderava le cilindrate alte, offerte solo da Honda. Sappiamo che sotto l&rsquo;Ala il 46 trov&ograve; quanto cercato, ma che poi se ne and&ograve;, poich&eacute; sentitosi poco valorizzato e attirato dalle lusinghe Yamaha.  Ed eccoci a Max Biaggi, che per Tokio aveva gi&agrave; fatto sua la 250 edizione 1997, condivisa con Erv Kanemoto con cui debutt&ograve; - vincendo a Suzuka - nella 500 del 1998. Transitato dal privato Camel Honda di Sito Pons, Max realizz&ograve; il sogno Factory nel 2005, tramutatosi in incubo. Scarso feeling e risultati inaccettabili lo indussero a un periodo sabbatico. Andrea Dovizioso, invece, ebbe diverse oddisfazioni, tra cui l&rsquo;entrata nella classe regina 2008 previa cilindrata 800 e il team Scot, poi tre anni di Repsol e tanto di vittoria e podi.  Rivali contrattuali per Di Giannantonio in MotoGP Diggia e relativo entourage avrebbero desiderato una sistemazione di due stagioni, oppure la canonica &ldquo;uno pi&ugrave; uno&rdquo;, dettata dagli ordini di arrivo. Fabio si dovrebbe accontentare dell&rsquo;imminente 2024, tuttavia mica male: in pochi potranno raccontare di aver corso in qualit&agrave; di rappresentante Factory Honda, lui potr&agrave; farlo.  Sempre che le insistenti voci che darebbbero Honda alla caccia di un nome Aprilia non si riveleranno concrete: Miguel Oliveira, Maverick Vinales e, addirittura, Aleix Espargar&ograve; farebbero bene alla causa, peccato che una singola stagione sia ritenuta poco allettante.  Sarebbe meglio un biennale, mettendosi al riparo da quasi tutte le scadenze previste nel 2024. Alonso Lopez, invece, un solo anno di MotoGP lo farebbe volentieri, sapendo di non detenere il CV degli elencati qui sopra. Davvero una quattro cilindri giapponese gli &egrave; stata offerta? Davvero anche a Fermin Aldeguer verrebbe concessa una chance cos&igrave; importante?        

Entrando nel team Repsol, Fabio sarebbe il quinto italiano sotto l'Ala dorata. Dopo Max Biaggi, un altro romano vestito HRC

Di Giannantonio e Honda, quando (e se) annunciate la firma?

        Un altro risultato importante per Maverick Vinales sulla sua strada nella ricerca della piena confidenza con la RS-GP 22. Il terzo posto per&ograve; sa un po&rsquo; di beffa visto il passo mostrato nella prima met&agrave; di gara e la concreta possibilit&agrave; di centrare la prima vittoria in Aprilia. Nel post gara a Sky lo spagnolo parla di quello che gli &egrave; mancato per provare a vincere e poi fa una dedica speciale a Dovizioso. &ldquo;Siamo cresciuti &ndash; dice Vinales &ndash; stiamo lavorando bene ma non ci fermiamo qua. Il nostro obiettivo &egrave; quello di vincere e oggi ci ho provato veramente. Dopo 10 giri avevo un passo molto buono ma non sono riuscito a trovare quel qualcosa in pi&ugrave; per passare Bagnaia che ha guidato benissimo per tutta la gara senza fare errori.&rdquo; &ldquo;Ci ho provato per il secondo posto &ndash; aggiunge lo spagnolo - ma ad un certo punto facevo fatica in inserimento, alla fine non aveva senso spingere di pi&ugrave; e rischiare di cadere. Era molto importante portare punti a casa, sicuramente avremo una nuova opportunit&agrave;. Siamo in crescita, sono felice che Aprilia stia lavorando molto bene, molto felice di avere due giorni di test che ci permetteranno di portare delle altre novit&agrave;.&rdquo;&nbsp; &ldquo;Ho molta voglia di andare ad Aragon &ndash; conclude il #12 &ndash; il gruppo Aprilia-Piaggio ha molta fiducia in me e sono sicuro che riusciremo a vincere.&rdquo;&nbsp; Vinales: &ldquo;Dovizioso il rivale pi&ugrave; difficile&rdquo;  Vedendo le piste che arrivano, si pu&ograve; certificare la tua continuit&agrave;?&nbsp; &ldquo;Avrei potuto lottare in gara anche in Austria ma purtroppo ho scelto una gomma che non ha funzionato a dovere. Stiamo arrivando, e questo mi rende molto felice. E&rsquo; bello vedere che su piste diverse riusciamo ad essere sul podio, ogni volta pi&ugrave; vicini. Bagnaia e Bastianini per&ograve; oggi ne avevano di pi&ugrave; con il loro 32&rdquo;0 contro il mio 32&rdquo;4. Ho fatto un giro alla morte alla fine perch&eacute; vedevo Marini e Quartararo avvicinarsi. Sono felice con quello che stiamo facendo ma ancora mi devo adattare alla moto, si muove tanto in qualche punto.&rdquo; Se Dovizioso avesse firmato per Aprilia, come sarebbe cambiato il tuo presente? &ldquo;Sicuramente sarebbe cambiato perch&eacute; non so dove sarei rimasto. Sono felice per tutto quello che mi sta accadendo, dopo un anno difficile sto godendo dell&rsquo;andare in moto e questo &egrave; quello che mi piace.&rdquo;&nbsp; Poi Maverick elogia Dovizioso: &ldquo;Per me Dovizioso &egrave; una gran persona, un caro amico. Ce le siamo sempre date in pista, mi ricorder&ograve; sempre che &egrave; stato uno dei rivali pi&ugrave; difficili che ho avuto negli ultimi giri. Mi ricorder&ograve; sempre che in Giappone ci ho provato ma lui tirava un gran staccata. Per me &egrave; una leggenda e ho cominciato a guardare il Motomondiale quando lui era in 125, al videogioco MotoGP 2004 prendevo sempre lui con la Honda del team SCOT.&rdquo;        

&ldquo;Facevo fatica in inserimento, non aveva senso spingere e rischiare di cadere&rdquo; dice lo spagnolo di Aprilia dopo il terzo posto alle spalle di Bagnaia e Bastianini

GP Misano, Vinales: “Non aveva senso spingere di più e rischiare di cadere”

Quante volte nel motociclismo &egrave; stato citato lo scontro tra Davide e Golia? Tante, spesso giustamente, per raccontare una di quelle imprese che fanno emozionare i tifosi, spettatori di una inaspettata vittoria dello sfavorito sul favorito, di Davide su Golia appunto. La 250 dal canto suo ha concluso la sua sessantennale storia proprio con una stagione di questo tipo, con Hiroshi Aoyama ed il team Scot come protagonisti.  La situazione     Corre l&rsquo;anno 2009, e la 250 sta per iniziare la sua ultima stagione di vita all&rsquo;interno del Campionato del Mondo, prima di lasciare spazio al nuovo che avanza, ossia la Moto2 a quattro tempi. Ai nastri di partenza della stagione si presenta con il ruolo di favorita l&rsquo;Aprilia, forte del titolo di casa campione in carica e della presenza di svariati team pronti a vincere ancora: in primis il team Gilera (di fatto Aprilia) con il campione in carica Marco Simoncelli, il team Aspar con Alvaro Bautista ed il team Pons (al secolo Pepe World Team) con Hector Barber&agrave;.  Molto pi&ugrave; basse invece le quotazioni di Honda, disimpegnatasi in forma ufficiale a fine 2007 e rappresentata da poche strutture private, tra le quali il team Scot di Cirano Mularoni, gi&agrave; Campione del Mondo nel 2004 con Andrea Dovizioso in 125 ed in pista con il binomio formato da Hiroshi Aoyama e Raffaele De Rosa, al debutto in categoria.  L&rsquo;ottimo inizio     La stagione vive un primo grande scossone prima di iniziare, a causa dell&rsquo;infortunio di Marco Simoncelli, che si rompe lo scafoide della mano destra in allenamento ed &egrave; costretto a saltare la gara inaugurale del Qatar, accorciata a causa di un acquazzone e vinta da Barber&agrave;, con Aoyama quarto al traguardo. Il primo podio per il giapponese arriva nel GP successivo, quello di Motegi, contraddistinto dalla vittoria di Bautista e soprattutto dalla foratura di Marco Simoncelli, che lo mette fuori gioco mentre &egrave; in controllo della gara.  Il secondo posto di Motegi &egrave; il prologo al primo successo di Aoyama, che arriva a Jerez de la Frontera, e riporta al successo la Honda dopo circa due anni dall&rsquo;ultima volta. Le Mans ed il Mugello non sorridono al giapponese ed al team italiano, che tornano per&ograve; prepotentemente in auge prima a Barcellona, quando Aoyama &egrave; secondo alle spalle di Bautista, poi ad Assen, quando un contatto ad un giro dalla fine tra lo spagnolo ed il giapponese all&rsquo;ultima chicane porta alla caduta del primo, con il secondo che (nonostante i gravi danni alla marmitta) pu&ograve; agevolmente volare verso la vittoria e la testa del campionato. La prima met&agrave; di stagione si conclude con il GP del Sachsenring, vinto da Simoncelli con Aoyama quarto.  La resistenza ed il trionfo     L&rsquo;inizio della seconda parte di stagione coincide con la terza vittoria di Aoyama in quel di Donington Park, grazie ad una fuga solitaria che rafforza la sua leadership in campionato, ma anche con la furiosa rimonta di Simoncelli, che vince le due gare successive (Brno ed Indianapolis, quest&rsquo;ultima davanti ad Aoyama), cade a Misano e vince ancora ad Estoril e Phillip Island: un andamento da tutto o niente del tutto diverso da quello di Aoyama, che non sale sul podio ma colleziona punti fondamentali, che gli permettono di restare a +12 sul romagnolo a due gare dal termine.  Il penultimo appuntamento della stagione &egrave; quello di Sepang, dove il samurai Aoyama sfrutta tutto il potenziale della sua Honda privata magistralmente preparata dal team Scot e vince la sua quarta gara dell&rsquo;anno: nel giorno del suo 28esimo compleanno Hiroshi sfrutta la bagarre tra Simoncelli e Barber&agrave; per prendere il largo, portando il suo vantaggio su Simoncelli (3&deg; dopo un arrivo al fotofinish con Barber&agrave;) a ben 21 punti.  L&rsquo;ultimo capitolo di questa incredibile impresa si consuma a Valencia, dove non mancano i colpi di scena. Il primo arriva al giro numero 10, quando Aoyama arriva lungo alla prima staccata e finisce a grande velocit&agrave; nella ghiaia, riuscendo a rientrare in pista in 11&deg; piazza. Il secondo ed ultimo &ldquo;turning point&rdquo; giunge a sei giri dalla fine, quando Simoncelli (in testa) cade consegnando definitivamente il titolo nelle mani di Aoyama, che taglia il traguardo settimo e pu&ograve; dare inizio ai festeggiamenti per il suo primo titolo di Campione del Mondo, il secondo del team Scot, che conclude un 2009 da favola conquistando anche il titolo di Rookie of the year con Raffaele De Rosa.  MotoGP Portogallo, il retroscena di Marc Marquez: &ldquo;Volevo il Qatar&rdquo; 

Correva l&#39;anno 2009 quando il giapponese riusc&igrave;, in sella ad una Honda privata preparata dal team italiano, a sconfiggere lo squadrone Aprilia capitanato da Simoncelli, Bautista e Barber&agrave;

Hiroshi Aoyama ed il team Scot: gli ultimi re della 250

Vittoria totale. Gi&agrave; nel 1991 si ebbero i primi vagiti di una forte competitivit&agrave; con le vittorie di&nbsp;Chili ad Assen&nbsp;e&nbsp;Loris Reggiani a Le Mans. Ma fu l&rsquo;anno seguente, il &rsquo;92 che Aprilia sventol&ograve; fiera la ricetta per battere la Honda nel mondiale 250. Ma anche in 125 (con il primo Mondiale targato Alex Gramigni).  Il GP di Germania del 1992 &egrave; da annoverarsi come snodo tra i pi&ugrave; significativi del motociclismo di casa nostra. In particolare per una Casa, l&rsquo;Aprilia, che in quel periodo, dopo un lungo e paziente lavoro di riorganizzazione dell&rsquo;intera struttura del Reparto Corse (con l&rsquo;innesto di uomini come Jan Witteween&nbsp;responsabile tecnico e con Carlo Pernat arrivato dalla Cagiva a sovrintendere sugli aspetti manageriali e sportivi) era l&rsquo;astro nascente nel Motomondiale. Fu sui lunghi rettilinei del Ring di Hockenheim, che le quarto di litro 2T percorrevano a oltre 190 km/h&nbsp;di media, o in veloci &quot;esse&quot; come la &quot;Senna-Kurve&quot; o la &quot;Clarke-Kurve&quot;, che si inizi&ograve; a vedere&nbsp;in modo inequivocabile la forza di un progetto che, in seguito e per oltre un decennio, domin&ograve; la scena iridata della 250 Mondiale.  Domenica di gloria     &ldquo;Se oggi non vinciamo mi licenzio&rdquo;, sentenziava un esplosivo Carlo Pernat dopo aver assistito alla vittoria in 125 di Bruno Casanova in sella alla ottavo di litro di Noale targata Scot. Allo spegnersi del semaforo della 250 le tre AF1 del debuttante di stagione Massimiliano Biaggi (pole per lui), Loris Reggiani e Pierfrancesco Chili scattarono subito forte, trainandosi a vicenda fino a scavare un solco con i pi&ugrave; immediati inseguitori. In un tracciato velocissimo come l&rsquo;Hockenheimring, il gioco delle scie recita un ruolo fondamentale. Perdere il treno buono diventa un problema. Lo sapeva benissimo Luca Cadalora che perse quel traino, impegnato nella lotta tutta Honda contro Helmut Bradl ed il giapponese Masahiro Shimizu. Si ritrov&ograve; quarto, con il vuoto attorno e le tre Aprilia lontane 20 secondi (dir&agrave; il distacco finale).  Tre uomini in fuga     I tre italiani arrivarono in parata all&rsquo;ingresso dell&rsquo;ultimo &ldquo;Motodrom&rdquo;. Fu Chili a presentarsi davanti a tutti sfruttando al meglio l&rsquo;ultima frenata alla fine del rettilineo per pararsi da eventuali contromosse dell&rsquo;inesperto, ma determinato quanto talentuoso Max e del ben pi&ugrave; navigato Loris. Il pilota in sella alla AF1 numero 7 seppe poi sfruttare al meglio una leggera superiorit&agrave; mostrata nell&rsquo;arco della gara proprio sul guidato tratto finale. Chili, Biaggi e Reggiani, nell&rsquo;ordine sul podio. Con il Campione del Mondo, su Honda, Luca Cadalora in quarta posizione. Lo stesso Luca poi riconobbe la superiorit&agrave; delle moto veneta: &ldquo;In velocit&agrave; di punta erano superiori di appena 2 km/h rispetto alla mia Honda. Il segreto di quel successo - raccontava al periodo il modenese - non &egrave; da ricercarsi solo nel motore, ma nella moto, nel suo complesso&rdquo;.  Tris mondiali     Un tris Aprilia che entr&ograve; negli annali: prima di quel momento mai una Casa italiana era riuscita a conquistare l&rsquo;intero podio con piloti italiani.  C&rsquo;&egrave; da aggiungere che nel corso della stagione arrivavano altre importanti dimostrazioni di forza con Reggiani sempre sul podio e secondo posto in campionato. La &ldquo;tripla corona&rdquo; tutta tricolore si ripet&egrave; anche in occasione dell&rsquo;ultima tappa, in Sudafrica, sul tracciato di Kyalami con&nbsp;Massimiliano &ldquo;Max&rdquo; Biaggi a siglare il successo. Il primo del pilota romano in 250. Il primo di una lunga serie&hellip; 

Sul veloce tracciato tedesco Chili, Biaggi e Reggiani consegnarono agli annali una affermazione perentoria per la Casa italiana. Fu l&rsquo;antipasto di quello che negli anni a seguire divenne un dominio per le&nbsp;bicilindriche di Noale

Hockenheim 1992: quella &#39;tripla corona&#39; che rese grande Aprilia

Il 2010 rappresent&ograve; una svolta per il Motomondiale per tante ragioni. Tra queste, l&rsquo;introduzione di una seconda categoria a quattro tempi, la Moto2, che sostitu&igrave; la 250 nel ruolo di classe intermedia. Un salto enorme, perch&eacute; si pass&ograve; da una moto da GP sulla quale erano possibili interventi e modifiche di ogni tipo, a livello progettuale oltre che di set up, a un mezzo sul quale le possibilit&agrave; di cambiare erano contingentate. A cominciare dal motore (Honda) uguale per tutti.  A sperimentare la nuova classe fu anche Alex De Angelis, pilota sammarinese costretto a scendere dalla MotoGP per mancanza non di risultati (era stato ottavo nel Mondiale, con un secondo posto a Indianapolis) ma di sponsor. L&rsquo;allora ventiseienne visse una stagione da montagne russe, in cui speriment&ograve; ogni tipo di sentimento nel giro di poche settimane, tra la gara di casa a Misano che fu una discesa agli inferi, e la tappa pi&ugrave; lontana, a Phillip Island, che invece regal&ograve; l&rsquo;orgoglio per un successo dopo quasi quattro anni di attesa.  Quell&rsquo;annata in Moto2 rafforz&ograve; la versatilit&agrave; di Alex, pilota che nella propria carriera ha corso, ben figurando, su qualsiasi tipo di mezzo: MotoGP, Moto2, 250, 125, Superbike e MotoE. Categoria, quest&rsquo;ultima, in cui &egrave; iscritto al campionato 2020 con Pramac.  Partito come la maggior parte dei colleghi dalle Minimoto, per seguire le orme di suo fratello William, di tre anni pi&ugrave; grande, Alex debutt&ograve; nel Mondiale a 15 anni. Vice campione della 125 nel 2003, dietro Dani Pedrosa ma davanti a gente come Andrea Dovizioso, Casey Stoner e Jorge Lorenzo, nella 250 fu terzo nel 2006 e 2007, sempre dietro Lorenzo e Dovizioso. Due anni di MotoGP, ed ecco l&rsquo;approdo in Moto2, dove sarebbe rimasto per quattro stagioni e mezza (quarto nel 2011) prima di ritrovare la MotoGP e rischiare la vita in un terribile incidente a Motegi.    La vittoria di Phillip Island, il 17 ottobre 2010, fu probabilmente il momento pi&ugrave; alto nella classe di mezzo a quattro tempi: &quot;Fu il mio weekend perfetto - ricorda oggi Alex - firmai la pole position, fui primo nel warm up con pista bagnata e mi aggiudicai la gara per distacco&quot;.  Nel sabato delle qualifiche faceva freddo ed era piovuto, ma il vento proveniente dall&rsquo;oceano riusc&igrave; ad asciugare la pista per un ultimo giro utile: De Angelis ne approfitt&ograve; per accaparrarsi la pole in 1&rsquo;35&rdquo;148, due decimi pi&ugrave; veloce di Scott Redding affiancato poi in griglia da Stefan Bradl e Mike Di Meglio, con Andrea Iannone subito dietro.  In gara, per&ograve;, il sammarinese del Team Jir dovette fare i conti con i pneumatici, che non entrarono subito in temperatura, portandolo cos&igrave; a cedere diverse posizioni agli avversari. Per un po&rsquo; Alex fu costretto a rimanere a guardare, ma da met&agrave; gara trov&ograve; il feeling ottimale e inizi&ograve; a mettere a segno i suoi attacchi. Prima su Di Meglio, poi su Redding e Iannone, uno dopo l&rsquo;altro De Angelis se li lasci&ograve; alle spalle andando a tagliare il traguardo con un distacco di due secondi sull&rsquo;inglese oggi alla Ducati Superbike e quasi tre sull&rsquo;abruzzese oggi all&rsquo;Aprilia.  De Angelis e Redding non ebbero in comune soltanto quel podio in Australia, purtroppo. Poche settimane prima, nel GP San Marino e Riviera di Rimini, i due furono coinvolti nella carambola fatale a Shoya Tomizawa al curvone del Carro. Tomizawa, vincitore della storica prima gara della Moto2 in Qatar, durante il dodicesimo giro cadde dopo che la ruota posteriore della sua Suter perse aderenza e venne travolto da De Angelis e da Redding che si trovavano proprio dietro di lui e che, ad altissima velocit&agrave;, non ebbero alcuna possibilit&agrave; di evitarlo e a loro volta rischiarono grosso. Nell&rsquo;incidente il giapponese riport&ograve; gravi lesioni al torace e alla testa, mor&igrave; poco dopo all&rsquo;ospedale di Riccione. Aveva soltanto 19 anni.&quot;L&rsquo;incidente al povero Tomizawa&quot;. Ripensando al giapponese, a De Angelis viene un groppo in gola: &quot;Sia per me che per la squadra, fu un blocco totale. Uscire da quel periodo grigio non fu facile, anzi fu molto duro&quot;.   Tomizawa aveva aperto la stagione vincendo, un successo seguito da quelli del campione di quell&rsquo;anno, Toni Elias, primo a Jerez e Le Mans con la Moriwaki, poi Iannone e la Speed Up vinsero al Mugello. Dove De Angelis conquist&ograve; i primi punti stagionali, a testimonianza di come l&rsquo;avvio sulla Force GP210 del Team Scot, accanto a Niccol&ograve; Canepa, fu difficile. Tra ritiri e infortuni, il miglior risultato fu il decimo piazzamento nel GP Catalunya. Poi il team venne travolto dai problemi economici e De Angelis dovette cambiare: prima sostitu&igrave; Hiroshi Aoyama sulla Honda in MotoGP, andando a punti in Germania, Stati Uniti e Repubblica Ceca, poi torn&ograve; in Moto2, sulla MotoBi. E il debutto avvenne proprio a Misano, per sostituire Yusuke Teshima che a sua volta aveva rimpiazzato Mattia Pasini &quot;dopo che in TV - ricorda De Angelis - non fu esattamente tenero parlando della moto&quot;.    La tragedia di Misano ebbe un impatto emotivo fortissimo per Alex, che riusc&igrave; a risollevarsi soltanto a partire dalla trasferta extra-europea. Dal Giappone in poi, il sammarinese fu persino il migliore della Moto2: nei cinque GP finali, nessuno prese pi&ugrave; punti rispetto ai suoi 84.  Un cambio di marcia simboleggiato dai podi in Malesia (secondo) e Portogallo (terzo) e dal successo a Phillip Island, lieto fine di un weekend che ebbe anche qualche brivido. Colpa di un grattacapo che il team Japan Italy Racing di Gianluca Montiron dovette affrontare: &quot;Eravamo molto preoccupati - ammette Alex - perch&eacute; nelle gare precedenti avevamo avuto grossissimi problemi con il consumo della benzina, arrivavamo sempre con il serbatoio vuoto. In Giappone, addirittura, gli ultimi due giri la moto faceva i vuoti perch&eacute; su quel tracciato c&rsquo;erano tante frenate e ripartenze quindi quel poco di benzina che avevo, sballottava nel serbatoio dando problemi di pescaggio. Per cercare una soluzione, mettemmo delle piccole barriere di alluminio all&rsquo;interno del serbatoio ma non avevamo risolto il problema. In gara c&rsquo;era quindi la paura che la moto iniziasse a fare dei vuoti, per fortuna la modifica funzion&ograve;&quot;.  A giocare a favore di Alex fu il circuito, nel quale avrebbe rivinto nel 2011: &quot;Phillip Island il mio tracciato preferito - spiega - assieme al Mugello. Mi piacciono le curve veloci e Phillip Island ne &egrave; la patria. Per me &egrave; la pista perfetta&quot;.  La MotoBi lo faceva sentire a suo agio e gli permetteva di girare davvero forte. Il primo posto in Australia addolc&igrave; un periodo amaro, anche perch&eacute; la Moto2 non era esattamente nei suoi piani: &quot;Ero deluso - racconta il sammarinese tornando a quel periodo - scendevo da una MotoGP e la Moto2 sembrava rotta, da quanto andava piano. Capii soltanto dopo che come categoria fu pi&ugrave; azzeccata di quanto la gente non pensasse. Devo dire che se dalla MotoGP fossi tornato in 250 avrebbe avuto meno senso. In ogni caso la MotoBi, per come guidavo io, era super competitiva&quot;.&nbsp;   Al punto da affermare: &quot;Ho il rimpianto di non essere partito da inizio stagione con quella moto. Elias vinse il Mondiale, ma nelle ultime gare sulla MotoBi ottenni i risultati utili per lottare per il titolo. Titolo che mi manca, non ho mai vinto il Mondiale e forse quell&rsquo;anno sarebbe stato quello giusto&quot;.  Ritorno al futuro, 2010: la nuova era della Spagna 

L&rsquo;approdo in Moto2 del sammarinese fu caratterizzato dal tragico incidente di Misano fatale a Tomizawa, nel quale Alex fu coinvolto in maniera fortuita, ma anche da un cambio di team in corsa e da un finale da campione di razza

Ritorno al Futuro, 2010: De Angelis, il dolore e l&#39;orgoglio

        Simone Corsi scender&agrave; in pista sul circuito di Misano questo weekend: il pilota romano aveva lasciato la stagione a met&agrave; dopo essere stato sostituito dal connazionale Mattia Pasini nella Scuderia Tasca Racing. Il &lsquo;veterano&rsquo; della Moto2 prender&agrave; il posto di Steve Odendaal nella formazione NTS RW Racing GP. Per Simone Corsi &egrave; una bella occasione per ben figurare su un circuito che lo ha gi&agrave; visto sul podio, in 125, nel 2008. NEL MONDIALE A 15 ANNI - Classe 1987, Simone Corsi ha iniziato a correre nel Motomondiale nel 2002, disputando il GP d&rsquo;Italia del 2002 quando aveva solo 15 anni. Nel 2003 ha disputato la sua prima stagione complesa con il team Scot, dividendo il box con Andrea Dovizioso. Il suo primo podio p&egrave; arrivato l&rsquo;anno dopo, sulla pista giapponese di Motegi Nel 2005 &egrave; passato in 250 con il team MS Aprilia Italia Corse, con Alex De Angelis compagno di squadra L&rsquo;anno dopo, per&ograve;, &egrave; tornato in 125, dove &egrave; rimasto per quattro anni, correndo con Aprilia e Gilera e classificandosi secondo in campionato nel 2008. Dal 2010 &egrave; passato in Moto2 con la MotoBi, per poi cimentarsi con la FTR, la Speed UP, la Forward KLX e la Kalex. Il suo miglior piazzamento in campionato &egrave; stato proprio nel 2010, quando si &egrave; classificato quinto. Lo scorso anno aveva concluso al quattordicesimo posto, mentre in questa stagione &egrave; andato a punti solo due volte, con un ottavo pssto come miglior risultato. Ora &egrave; atteso al banco di prova di Misano. &nbsp;       

Il romano si prepara a tornare in azione: sostituir&agrave; Steve Odendaal con i colori del NTS RW Racing

Moto2: Simone Corsi correrà a Misano

Valentino Rossi ha chiuso il terzo turno di prove libere sul circuito di Assen siglando il miglior crono e precedendo il suo compagno di squadra - nonch&eacute; primo rivale - Jorge Lorenzo.  Terzo crono, a poco pi&ugrave; di un decimo, per Andrea Iannone davani ad Andrea Dovizioso, che &egrave; staccato di appena 64 millesimi dal suo coequipier. Entrambe le Ducati hanno usato le gomme soffici.  Il 'tempone' siglato da Valentino Rossi, che ha girato in 1'33.167, alla media di 175.5, &egrave; anche il nuovo record della pista, e va a demolire quello di Dani Pedrosa, messo a segno appena ieri, in 1'33.450.  Bene, benissimo, quindi le Yamaha. Malino le Honda, che sono persino dietro alla Yamaha Tech 3 di Bradley Smith, quinto.  Sesto tempo, infatti, per Marc Marquez, in 1'33-477, ovvero 31 millesimi pi&ugrave; veloce di Dani Pedrosa che lo segue e che non &egrave; riuscito a migliorare la performance di ieri.  Undicesimo crono per Danilo Petrucci, mentre la sorpresa &egrave; Aleix Expargar&ograve;, che ha stamapto solo il 12&deg; tempo che quindi dovr&agrave; affrontare Q1, cos&igrave; come Stefan Bradl e Scot Redding.  Appuntamento alle 14.10 per Q1.  Qui i tempi del terzo turno di prove libere ad Assen.  Qui i tempi combinati delle libere.  Guarda la Gallery della MotoGP ad Assen! 

Rossi ha chiuso il terzo turno di libere MotoGP ad Assen siglando il miglior crono davanti a Lorenzo. Terzo Andrea Iannone

Assen: Rossi record in FP3 

  L&rsquo;ottimo finale di stagione di Alex De Angelis ha cementato il rapporto tra il Team JiR ed il pilota di San Marino, che era iniziato come un ripiego per entrambi, dopo il &ldquo;taglio&rdquo; di Pasini da parte della squadra e la chiusura del Team Scot.  Il prossimo anno Alex sar&agrave; in sella alla TSR FCC marcata Motobi del team italiano. De Angelis lavorer&agrave; con la squadra che aveva negli ultimi due anni in 250, capitanata dall&rsquo;ingegnere Caprara.

Il sammarinese ha rinnovato con la squadra italiana

De Angelis resta con il team JiR

      MISANO ADRIATICO &ndash; Rientro alla grande per Alex De Angelis in Moto2 dove, nella prima sessione di prove libere a Misano, ha centrato il miglior tempo. Il sammarinese, rimasto a piedi dopo la debacle del team Scot &egrave; rientrato al GP di San Marino con la moto del team Jir, centrando subito il miglior tempo. Dietro ad Alex, Julian Simon, secondo, che ha preceduto il giapponese Tomizawa, Claudio Corti e Toni Elias. Sesto un altro rientrante, Mattia Pasini, al via con la moto del team Italtrans e autore di un&rsquo;ottima sessione. Nono tempo per Simone Corsi, rimasto per la seconda parte delle prove fermo ai box per un problema alla sua moto. Quando si &egrave; fermato, il romano, era al comando delle prove.  Per quanto riguarda gli altri italiani, Iannone, ancora in difficolt&agrave; per i postumi della caduta in prova ad Indy, &egrave; 11&deg;, Baldolini &egrave; 13&deg;, la wild card Ferruccio Lamborghini, al debutto in sella ad una Moto2, &egrave; 14&deg;, De Rosa 18&deg;, Rolfo 19&deg; e Canepa, anche lui al rientro, ma con una Bimota del team M Racing, &egrave; 35&deg;.       Guarda tutti i risultati  

Alex precede Simon, Tomizawa, Corti, Elias e Pasini

De Angelis primo nelle libere Misano

  Lo scorso anno a Indianapolis Alex era stato protagonista di un weekend praticamente perfetto culminato con il primo podio in MotoGP, un secondo posto con la Honda del team Gresini. Quest&acute;anno il sammarinese non voler&agrave; negli Stati Uniti e non prender&agrave; parte alla trasferta a stelle e strisce. Dopo aver partecipato a tre gare con la Honda del Team Interwetten MotoGP in qualit&agrave; di sostituto di Hiroshi Aoyama, ora il 26enne di San Marino &egrave; alla ricerca di una soluzione che gli permetta di finire la stagione in un team di Moto2. Impossibile per lui il rientro nel team RSM Scot che al momento ha sospeso i programmi. Attualmente De Angelis sta vagliando diverse proposte e far&agrave; di tutto per essere al via della gara di casa, il GP di San Marino e della Riviera di Rimini previsto per il 5 settembre.         Alex De Angelis:    "Aoyama &egrave; tornato al suo posto nel team Interwetten MotoGP quindi, mio malgrado, non sar&ograve; al via del GP di Indianapolis. Gli accordi prevedevano che al termine della mia sostituzione sarei dovuto rientrare nel team RSM Scot ma al momento la squadra ha sospeso i programmi per l&acute;anno in corso. Dal podio ottenuto in MotoGP lo scorso anno proprio a Indy, mi ritrovo purtroppo a guardare la gara in TV non per colpa mia e ovviamente sono molto rammaricato. Non mi sono per&ograve; perso d&acute;animo, e mi sto rimboccando le maniche per trovare una soluzione che mi permetta di finire la stagione in un team di Moto2. Al momento ci sono numerosi contatti ma &egrave; molto difficile mandare in porto le trattative: i team sono tutti a posto e per fare una terza moto serve un grande budget. In pi&ugrave;, contrattualmente parlando, non &egrave; facile lasciare a piedi un pilota per fare posto a me, serve tempo. Cercher&ograve; di fare ! di tutto per essere presente al mio Gran Premio di casa della prossima settimana e valuter&ograve; ogni possibilit&agrave; che sia almeno competitiva".  

Il sammarinese &egrave; al lavoro per rientrare in Moto2 a Misano

De Angelis assente a Indianapolis

      Alex De Angelis prender&agrave; il posto di Hiroshi Aoyama, in MotoGP, per tutto il tempo necessario al pilota giapponese per riprendersi dalle conseguenze dell&rsquo;incidente in cui &egrave; incappato durante il warm-up a Silverstone e che gli ha causato la rottura della vertebra T12.  La decisione &egrave; stata assunta d&rsquo;intesa tra le parti, e grazie ai buoni rapporti tra le due squadre ed Hrc, che ha raccomandato il pilota italiano.  De Angelis Salir&agrave; sulla moto del team Interwetten a partire dal GP di Germania, al Sachsenring. Quando Aoyama sar&agrave; in grado di tornare, il sammarinese riprender&agrave; il proprio posto nel Team Scot per il resto della stagione.      &laquo;Sono entusiasta - ha raccontato De Angelis - E contento per il fatto che, ogniqualvolta un team di MotoGP ha pensato di sostituire un proprio pilota, ha bussato alla mia porta&raquo;.

Dal GP Germania sostituir&agrave; l&rsquo;infortunato Aoyama. Finch&eacute; non torna

De Angelis torna in MotoGP 

      SILVERSTONE &ndash; Continua la sfortuna nera per Alex De Angelis, scivolato ieri sul finale delle prove libere della classe Moto2. Il sammarinese, dopo la caduta, sembrava ok, ma questa mattina si &egrave; svegliato con la schiena bloccata.  Andato in Clinica Mobile &egrave; stato visitato e gli &egrave; stato diagnosticato la frattura della pofisi trasversa della seconda vertebra lombare e lo strappo di un muscolo, sempre in zona lombare. Nulla di grave, nel senso che non ci sono rischi per quanto riguarda la mobilit&agrave; degli arti, ma per&ograve; il sammarinese non &egrave; in grado di guidare la moto.  GP di Silverstone quindi finito per il pilota del team Scot.

Si &egrave; rotto una vertebra nella caduta in prova di ieri

De Angelis fratturato. Non correr&agrave; il GP

      SCARPERIA &ndash; Il sammarinese Alex de Angelis &egrave; stato il pi&ugrave; veloce nella prima sessione di prove libere della Moto2 al Mugello. Il pilota del team Scot (che al Mugello &egrave; sceso in pista con una nuova carenatura anteriore e diverse sospensioni &Ouml;hlins) a met&agrave; turno ha strappato il primo tempo a Mattia Pasini, finalmente nelle posizioni che contano, ed &egrave; rimasto al comando fino alla fine del turno. Dietro al sammarinese gli spagnoli Sergio Gadea, secondo e Julian Simon. Il campione del mondo 2009 della 125 ci ha messo tutto il turno per andare nelle prime posizioni e alla fine &egrave; riuscito a chiudere in terza posizione.  Quarta piazza per Andrea Iannone, veloce per tutto il turno, confermando il buon stato di forma messo in mostra a Le Mans. Seguono poi Bradl, quinto, Cluze, sesto, Takahashi, settimo e Tomisawa, ottavo. Solo undicesimo il vincitore di Le Mans, Toni Elias, parso un po&rsquo; in difficolt&agrave; in questa prima sessione, mentre Mattia Pasini, che come detto &egrave; stato al comando nella prima parte del turno, ha chiuso tredicesimo, davanti a Baldolini, quattordicesimo, Corsi, sedicesimo e Rolfo, diciassettesimo.       Guarda tutti i risultati  

Il sammarinese precede Gadea, Simon e Iannone

A de Angelis le prime libere al Mugello

      JEREZ &ndash; Gara incredibile quella della Moto2 a Jerez, che ha visto vincere un grandissimo Toni Elias, davanti al vincitore della gara del Qatar, Shoya Tomizawa, secondo, e Thomas Luthi, terzo.  La prova spagnola della Moto2 iniziata senza Alex De Angelis. Il sammarinese del team Scot ha fatto un gran volo nel warm up. Moto mezza distrutta e forte trauma toracico che impediva ad Alex di respirare bene. Portato all&rsquo;ospedale di Jerez, non &egrave; stato riscontrato alcun problema, ma i medici hanno impedito al sammarinese di schierarsi in griglia, nonostante il suo team avesse ricostruito in tempo record la moto.  In partenza &egrave; velocissimo Elias, seguito da Tomizawa. Gran partenza di Simone Corsi, che in un giro riesce ad arrivare sino al secondo posto dietro a Tomizawa, passato al comando. Terza piazza per Talmacsi, mentre Corsi, con un gran sorpasso, si porta al comando. Tomizawa tenta di ripassarlo, ma i due si toccano, il giapponese va a terra e nell&rsquo;impatto la sua moto perde olio, che ha fatto scivolare diversi piloti che sopraggiungevano, costringendo cos&igrave; la Direzione Gara a interrompere la gara, per pulire il tracciato.  Gara quindi azzerata, con griglia di partenza uguale a quella definita in qualifica, con tutti i piloti che sono riusciti a tornare in pista, ma di soli 17 giri.  Al nuovo via &egrave;  Elias che va al comando, seguito da Simon, Tomizawa e Takahashi, mentre Simone Corsi questa volta &egrave; diciassettesimo. A centro gruppo cadono subito Iannone e Olive, mentre Tomizawa si porta in seconda posizione in scia ad Elias e seguito da Takahashi. Gran recupero di Noyes, quarto, davanti a Simone e Luthi. Un piccolo errore di Elias permette a Tomizawa di portarsi al comando, mentre Corsi, dodicesimo, &egrave; il pi&ugrave; veloce in pista.  Dopo quattro giri, con un gran sorpasso, Kenny Noyes brucia sia Elias sia Tomizawa e si porta al comando. A nove giri dalla fine errore di Tomizawa, che perde parecchie posizioni e ne approfitta Elias, che si porta al comando davanti a Noyes, Luthi, Takahashi e appunto Tomizawa. Noyes &egrave; in palla, torna in testa, ma non riesce a contenere uno scatenato Luthi, che viene poi passato da Elais, che sbaglia una staccata, agevolando cos&igrave; Tomizawa che torna al comando della corsa. Nel frattempo Corsi e Gadea si riagganciano al gruppo dei primi, che diventa cos&igrave; di ben nove piloti, quando mancano ancora 4 giri.  Nel penultimo giro Elias passa Luti e all&rsquo;inizio dell&rsquo;ultimo sorpassa anche Tomizawa e si porta al comando e riesce a vincere la gara, davanti a Tmizawa, Luthi, Takahasi e un grande Simone Corsi, quinto.      Guarda tutti i risultati        Guarda le foto della caduta di gruppo        Guarda le foto della gara  

Lo spagnolo &egrave; perfetto e vince in volata su Tomizawa e Luthi

Toni Elias vince un incredibile GP di Jerez

      LOSAIL &ndash; Alex De Angelis si &egrave; imposto nella prima sessione di prove libere della storia della Moto2. In Qatar, il sammarinese del team Scot, &egrave; stato il pi&ugrave; veloce della nuova classe del Motomondiale, precedendo per quasi sei decimi il britannico Scott Redding, e l&rsquo;iridato 2009 della 125 Julian Simon. Quarta piazza per lo svizzero Aegerter, che ha preceduto Stefan Bradl. Insomma, tutti gli ex della 125, Alex a parte, sembra abbiano preso subito confidenza con queste quattro cilindri a quattro tempi. Ottimo sesto tempo per Alex Debon, mente il successivo italiano in classifica &egrave; Alex Baldolini, decimo.  La nuova categoria del Motomondiale ha visto in pista uno squadrone di ben 41 moto, nel quale Pasini si &egrave; piazzato quindicesimo, Corti diciannovesimo, De Rosa ventitreesimo, Corsi ventisettesimo, Canepa ventottesimo e Iannone trentaduesimo.      Guarda tutti i tempi  

Il sammarinese si &egrave; imposto nella prima sessione di prove della Moto2

A De Angelis le libere in Qatar

      JEREZ - Nella seconda giornata di prove della Moto2 a Jerez, Yuki Takahashi &egrave; stato il miglior pilota in pista. 1'44.552 il tempo del giapponese che migliora di quasi un secondo il crono di questa mattina (1'45.496) con cui aveva conquistato il 15&ordm; posto. Il crono di Elias di ieri rimane lontano, a circa 5 decimi, ma &egrave; sicuramente un gran passo in avanti per l'ex pilota MotoGP. "Test dopo test, giorno dopo giorno, continuiamo a migliorare e a trovare soluzioni interessanti che ci permettono di trovare la strada pi&ugrave; giusta" ha dichiarato il pilota Tech3 a motogp.com.  Alle spalle del numero 72 si piazza Scott Redding su Marc VDS Racing. L'inglese era stato il pi&ugrave; rapido nella sessione mista di questa mattina (conclusasi alle 15,50) e ora accusa 48 millesimi dalla vetta nella classifica combinata di oggi.  Terza piazza per il pilota dell'MZ Racing Anthony West, finalmente pilota ufficiale e sempre competitivo dall'inizio di questa pre-stagione. Anche per lui buona la prima con il tempo della mattina che gli ha permesso di precedere Stefan Bradl (Viessman Kiefer Racing) e Toni Elias, rispettivamente in quarta e quinta posizione. Jules Cluzel (Forward Racing), Alex de Angelis (Scot Racing) e Julian Simon (Mapfre Aspar) completano la top8. Da segnalare infine la caduta di Niccol&ograve; Canepa su Scot Racing: per lui una forte botta, ma nessuna conseguenza.      Guarda i tempi  

Nel secondo giorno di prove davanti c&rsquo;&egrave; il pilota del team Tech3

Takahashi il pi&ugrave; veloce a Jerez 

      JEREZ &ndash; Toni Elias &egrave; stato il pi&ugrave; veloce nella prima giornata di prove della classe Moto2 a Jerez de la Frontera, in Spagna.  Lo spagnolo del team Gresini Racing ha fermatp il cronometro a 1'44.077 e quasi 80 giri a referto, superando il proprio miglior tempo di 2 settimane fa di un secondo netto. &rdquo;Sono molto soddisfatto per questa prima giornata in particolare perch&eacute; sono arrivate novit&agrave; dal Giappone che hanno funzionato perfettamente. Manca ancora qualcosa per essere al 100% per l'esordio in Qatar, ma siamo sicuramente a buon punto&rdquo; ha dichiarato Elias.  Al secondo posto, a quattro decimi da Elias, il colombiano Yonny Hernandez che si &egrave; tenuto alle spalle Jules Cluzel (Forward Racing) e Alex De Angelis (Scot Racing), rispettivamente al terzo e quarto posto della classifica combinata. In quinta posizione si rivede tra i migliori anche Julian Simon su Mapfre Aspar. Lo spagnolo Campione del Mondo 125 in carica precede di appena un decimo il tedesco della Viessman Kiefer Racing Stefan Bradl, ultimo della categoria insieme a Yuki Takahashi (Tech3 Racing) a correre sotto l'1'45. Thomas Luthi (Interwetten Moriwaki Moto2), Scott Redding (Marc VDS Racing) e Shoya Tomizawa (CIP &ndash; Technomag).  Da segnalare le cadute di Dominique Aegerter (CIP &ndash; Technomag), Axel Pons (Tenerife 40 Pons), Niccol&ograve; Canepa (Scot Racing) e Karel Abraham (Carbion AB). Curioso che per gli ultimi due le cadute siano arrivate nei medesimi punti in cui gi&agrave; erano stati infelici protagonisti nel test di 20 giorni fa.      Guarda tutti i tempi  

Lo spagnolo &egrave; primo davanti ad Hernandez, Cluzel e De Angelis

Elias davanti a tutti nei test a Jerez

  Si &egrave; svolta la conferenza stampa di presentazione del rinnovato RSM Team Scot di Cirano Mularoni, che schierer&agrave; nella neonata classe Moto2 del Motomondiale in sammarinese Alex De Angelis ed il genovese Niccol&ograve; Canepa.      Il sammarinese Cirano Mularoni, team manager dell&rsquo;Rsm Team Scot: &ldquo;&Egrave; da tempo che pensavamo ad Alex De Angelis come pilota della nostra squadra. Un sogno tutto sammarinese, che avremmo voluto realizzato in MotoGP, ma che prender&agrave; il via dalla nuova classe Moto2: un campionato innovativo che penso si dimostrer&agrave; molto interessante dal punto di vista dello spettacolo. La nostra squadra, con un mondiale in tasca, non poteva che ambire ai piloti pi&ugrave; forti disponibili sulla piazza per provare a mantenere il primato, ma partecipare con un mio vicino di casa a questa nuova avventura, rende il tutto carico di molto significato. Accanto ad Alex ci sar&agrave; Niccol&ograve; Canepa (14/5/88), profondo conoscitore delle 4 tempi; il genovese non sar&agrave; soltanto uno dei punti di riferimento del Campionato ma contiamo sulle sue doti di collaudatore, per lo sviluppo del nostro prototipo; siamo consci di aver  creato una moto che racchiude tutto il know how generato in anni di competizioni ad alto livello ma non dobbiamo trascurare la delicatissima fase di test postproduzione&rdquo;.

Con De Angelis e Canepa nel mondiale Moto2

Presentato l'RSM team Scot

      JEREZ &ndash; SI sono conclusi con una giornata caratterizzata dalla pioggia, i test della Moto2 a Jerez. Sul bagnato  Alex de Angelis, il sammarinese del Team Scot Racing ha chiuso davanti a tutti con il tempo di 1'55.280, migliorando anche la propria prestazione di sabato in condizioni praticamente identiche.  Rivale ufficiale sar&agrave; Toni Elias, ieri il pi&ugrave; rapido sull'asciutto, oggi secondo nell'ultima sessione Moto2 di questo appuntamento. Per lo spagnolo si tratta del secondo miglior tempo assoluto sull'acqua, anche se la distanza dalla vetta supera gli otto decimi.  Buona prova del duo Tech3 con Raffaele De Rosa e Yuki Takahashi appaiati rispettivamente in terza e quarta posizione. Se da una parte il napoletano nella prima giornata aveva fatto meglio di quasi un decimo, dall'altra il giapponese non era nemmeno sceso in pista, segno che anche per lui l'adattamento alla moto procede molto velocemente.       Mike Di Meglio (Mapfre Aspar) e Mattia Pasini (JiR Scot) completano la top six di questa prova, mentre Thomas Luthi, il primo a non riuscire a correre al di sotto dell'1'57 (ci era riuscito il sabato), &egrave; settimo. Assente importante in pista Kenny Noyes, tra i pi&ugrave; in forma in questi test di pre stagione con la Jack&amp;Jones by Antonio Banderas.

Sotto la pioggia &egrave; ancora De Angelis il pi&ugrave; veloce

41 risultati per 'Scot'